L'agevolazione consiste nel credito d’imposta al 50% concesso dallo Stato per le spese sostenute tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022 per l’acquisto e l’installazione di sistemi che aiutino a ridurre lo spreco. Spetta sia alle persone fisiche sia ai soggetti esercenti attività di impresa, arti e professioni, nonché agli enti non commerciali
Il bonus acqua potabile consiste nel credito d'imposta al 50% concesso dallo Stato per le spese sostenute tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022 per l'acquisto e l'installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare, finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti. Ecco come funziona e quali sono i requisiti.
L’OBIETTIVO DEL BONUS - L’incentivo è previsto dalla legge di bilancio per il 2021 (articolo 1, commi da 1087 a 1089, della legge 178/2020). L’obiettivo è quello di razionalizzare l’uso dell’acqua e ridurre il consumo di contenitori di plastica.
A CHI SPETTA? - Alle persone fisiche e ai soggetti esercenti attività d'impresa, arti e professioni e agli enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti. Spetta ai soggetti che sostengono le spese su immobili posseduti o detenuti in base a un titolo idoneo.
QUALI SONO LE TEMPISTICHE? - L’agevolazione è prevista per le spese sostenute tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022.
QUALI SONO GLI IMPORTI? - L’importo massimo delle spese su cui calcolare l’agevolazione è fissato a 1.000 euro per ciascun immobile, per le persone fisiche e a 5mila euro per ogni immobile adibito all'attività commerciale o istituzionale, per gli esercenti attività d'impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali. Per le persone fisiche il bonus massimo, se l’agevolazione si calcola sulla spesa di 1.000 euro, è quindi di 500 euro (credito d'imposta del 50%).
QUAL È IL BONUS MASSIMO PER GLI IMMOBILI? - Calcolando invece la cifra su un importo massimo di spese di 5mila euro, il bonus è di 2.500 euro.
QUALE DOCUMENTAZIONE SERVE? - Le spese si documentano con fattura elettronica o documento commerciale in cui è riportato il codice fiscale di chi richiede il credito. Per chi non è tenuto a emettere fattura elettronica, è valida anche l'emissione di una fattura o di un documento commerciale nel quale deve comparire il codice fiscale del soggetto che chiede il credito. L’ammontare delle spese agevolabili si comunica all’Agenzia delle Entrate tra il 1° febbraio e il 28 febbraio dell’anno successivo a quello di sostenimento del costo, inviando il modello con il servizio web disponibile nell'area riservata o tramite i canali telematici dell'Agenzia delle Entrate. Le informazioni sugli interventi, come viene indicato anche sul sito dell'Agenzia delle Entrate, andranno trasmesse in via telematica all'Enea.
SI PUÒ USARE IL BONUS IN COMPENSAZIONE? - Sì, con F24, oppure, per le persone fisiche non esercenti attività d'impresa o lavoro autonomo, anche nella dichiarazione dei redditi.
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